A conclusione dell’attività ogni ragazzo ha ripercorso le tappe dell’intero itinerario in una relazione individuale. Da questi lavori emerge la possibilità di alcune considerazioni: l’attività è risultata stimolante e tutti i ragazzi hanno mostrato grande curiosità per cose che non immaginavano. La classe ha colto in maniera chiara il collegamento tra i problemi sociali che ci sono dietro ai prodotti che usiamo quotidianamente e il consumo critico che ci potrebbe rendere concreti testimoni (ed attuatori) dell’articolo 23 della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo. Tuttavia i commenti personali hanno mostrato due schieramenti contrapposti semplificabili in ottimisti e pessimisti. Gli ottimisti sono convinti che, con il contributo, pur piccolo, di ciascuno si possa incidere sulla realtà (“Abbiamo capito molto sull’essere testimoni dei diritti: adesso facciamo più attenzione alle cose che compriamo, cerchiamo di diventare “consum’attori” e, con l’aiuto di tutti, ad esempio a controllare i marchi, chissà… potremmo cambiare il mondo" Giancarlo); i pessimisti sembrano, al contrario, persuasi che ci siano atteggiamenti troppo consolidati e diffusi perché possa essere realistico pensare di mutarli e ciò appare scoraggiare anche chi sarebbe ben disposto al cambiamento (“per me nessuno fa ‘ste cose perché quando compriamo qualcosa ce lo prendiamo e basta” Ferdi; “Il mondo fa schifo, ognuno pensa per sé e non cambierà mai niente” Riccardo; “il consum’attore è una figura mitologica: si informa, boicotta, legge le etichette… una persona può fare una tra queste cose, massimo due, non tutte insieme. E comunque siamo troppo narcisisti, io compreso, non lo nego. Non possiamo cambiare. Il mondo va così” - Gabriele). Da questa ultima posizione emerge l'immagine di una società disillusa ed immobile che, in maniera un po’ colposa, viene consegnata quotidianamente ai ragazzi. Il desiderio di esprimere questo pessimismo e questo sconforto, tuttavia, è a mio avviso il segno tangibile di essere stati davvero coinvolti in un dialogo e di avere maggiore consapevolezza del problema (“questo lavoro mi ha fatto cambiare il parere che avevo sul mondo... noi non facciamo niente per fermare questo obbrobrio; io sono stupita dall’umanità che facciamo finta di avere... “ Alice). In diversi hanno dato una risposta, pur al momento poco incoraggiante, ma passibile di evoluzione attraverso la crescita nella consapevolezza e nella conquista di una coscienza civica più matura e complessa.
Ritengo che il percorso sia stata un’occasione importante per gettare semi di cui si dovrà aver pazienza di aspettare lo sviluppo… destino comune a molte delle energie migliori di una scuola che scommette su alunni che potranno costruire un futuro diverso.
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